Che i mari siano inquinati dai rifiuti e dalla plastica è noto a tutti. Ma quanto sono inquinati?
Si stima che ogni anno i fiumi portino negli oceani da 1,15 a 2,41 milioni di tonnellate di plastica. Una quantità sconcertante che fluttua tra le onde, fino ad accumularsi a volte in vasti depositi di rifiuti che galleggiano indisturbati in mare aperto.
Questi depositi sono chiamati anche “isole di plastica” e nel mondo ne sono stati identificati 5 principali, il più vasto dei quali si trova nell’Oceano Pacifico, tra la California e le isole Hawaii (Great Pacific Garbage Patch). Per renderci conto di quanto è grande basti pensare che copre un’area di circa 1,6 milioni di km2, praticamente 3 volte la Francia!
Qui entra in gioco The Ocean Cleanup, un’organizzazione ambientale che ha proprio l’obiettivo di ripulire gli oceani dalla plastica, partendo dai fiumi per arrivare proprio alle isole di plastica. Per riuscirci hanno sviluppato dei sistemi che intercettano e catturano i rifiuti galleggianti sull’acqua, per poi occuparsi del corretto smaltimento e riciclo a terra.
Come eliminare la plastica dagli oceani
Mentre ai fiumi ci pensano gli Interceptor, delle specie di zattere con delle barriere che intercettano e convogliano i rifiuti a bordo, per gli oceani c’è Jenny (il soprannome per System 002), un sistema galleggiante trascinato da 2 navi che si estende per 800 metri, creando una grande barriera a U che funziona come un imbuto e che trattiene i rifiuti in una rete di raccolta. Quando la rete è piena, l’equipaggio la raccoglie e ne svuota il contenuto a bordo, per poi riagganciare la rete a Jenny e proseguire con la pulizia dell’oceano. I rifiuti raccolti vengono poi portati a terra per essere riciclati.
The Ocean Cleanup è comunque un’organizzazione piuttosto recente e i suoi progetti sono sempre in fase di sviluppo per incrementare efficienza ed efficacia. È di Ottobre 2021 la notizia che System 002 ha completato con successo il periodo di test, convalidando quindi il sistema a portare avanti operazioni focalizzate sulla pulizia oltre che sul perfezionamento della tecnologia.
Nelle 9 missioni di test compiute tra Luglio e Ottobre Jenny ha raccolto 28.659 Kg di plastica, arrivando a una media di 1000 Kg al giorno in 5 mesi di attività. Ora che il System 002 è rodato continuerà a debellare un po’ per volta il deposito nel Pacifico, restando operativo durante tutte le fasi di sviluppo del System 03 che raggiungerà un’estensione di 2,5 km di lunghezza per triplicare l’efficacia dell’impianto, e con ulteriori ricerche per ridurre l’impianto ambientale delle operazioni di raccolta.
System 03 dovrebbe essere il progetto da cui l’organizzazione intende sviluppare una flotta di sistemi per la pulizia degli oceani, a partire dal Great Pacific Garbage Patch. Sulla base dei risultati delle precedenti campagne di test, l’organizzazione prevede di implementare una flotta di dieci sistemi in grado di ridurre il ricircolo di plastica dovuto alle correnti del 50% ogni cinque anni. Nel frattempo, i suoi sforzi per impedire alla plastica di entrare nell’oceano attraverso i fiumi continueranno con i nuovi progetti Interceptor già programmati per il prossimo futuro.
Dove finisce la plastica ripescata dall’oceano?
Come anticipato, tutta la plastica recuperata viene poi smistata e riportata a terra per essere riciclata adeguatamente. Si va dalla realizzazione di occhiali da sole Made in Italy, a bottiglie e packaging di bibite riciclando la plastica raccolta nei fiumi del Vietnam, fino alla realizzazione di parti di automobili in Corea. Le partnership con grandi multinazionali non mancano, ma è il concetto alla base che conta: i rifiuti di plastica possono diventare una nuova materia prima.
Un concetto che sta alla base di Bioecolution e a dimostrazione di ciò vi presentiamo alcuni articoli che sono proprio realizzati con plastica recuperata dagli oceani.